L’EREMO DEL PARCO DEI CERVI
Vuota è la montagna – non vedo nessuno
solo, odo fantasmi di voci.
Ancora la luce del sole, penetrando nel fitto degli alberi,
si riflette, scintilla sul muschio.
L’EREMO DEL PARCO DEI CERVI
Vuota è la montagna – non vedo nessuno
solo, odo fantasmi di voci.
Ancora la luce del sole, penetrando nel fitto degli alberi,
si riflette, scintilla sul muschio.
Se vieni a cercarmi
e la mia porta è chiusa
mi troverai in riva al lago
nel mezzo del verde
vado a cogliere canti di primavera
E’ evidente
come l’amore, come la tosse
scientifico
come la prova del nove
la sublimazione dello iodio
è evidente che non torni, non torni.
E’ evidente che piango.
Complici una tosse incoercibile e uno stato di spossatezza raramente provato, sono stata a casa alcuni giorni pressoché inerte. E poiché stiamo sperimentando Netflix ho dedicato parecchie ore alla visione di alcune “commedie romantiche” – etichetta fin troppo elegante rispetto all’inglese chick flick. Il denominatore comune di questi film potrebbe essere l’uso paranoico della segreteria telefonica, ma a conti fatti la lista degli ingredienti non è molto più impegnativa: Continue Reading »
Nelle pietre il respiro del vento
e la terra nelle mani.
Da qui
ombre di musica
a cavallo del cielo
scintillano cadono…
Ma tace il fuoco,
e l’acqua riposa,
nascosta nel buio.
I am waiting at the door of November.
Willing to see damp leaves and fogs
I still wonder at my deads
at my grandmother’s green eyes.
Tu demolisti ogni cosa.
Metodico, staccavi ogni tessera dal mosaico
– inutile affannarsi a raccogliere l’oro caduto in briciole,
a schiena piegata.
Perché a un tratto alzai lo sguardo
e non riuscii più a vedere
i nostri profili abbracciati
in una curva del mondo.
Tu fissavi la devastazione,
incredulo di quanto avevi commesso.
Avevi vinto tu, o così credemmo.
I am drinking tea, I am smiling over my cup
and I see that
Quiet lies in Autumn waters.
Ogni tanto la osservo quando non se ne accorge, quando intreccia una collana di margherite, o quando dorme, come ora.
Non c’è nulla che mi dia più piacere di quest’angolo di fiume nei pomeriggi d’estate. Alice ha appoggiato la testa sulle mie ginocchia e si è addormentata profondamente, di un sonno compatto, e la fronte si fa a poco a poco madida, nel calore avvolgente. Continue Reading »
di brezza, di foglia sottile, di canto d’uccelli nel sonno
di glicine caldo, di prato nel sole, di tende verdi in estate
di carne, di uomo, del suono di sempre