CATTIVO UMORE

Sono d’umore indignato e lugubre e violento e vorrei prendere a calci un po’ di gente un po’ di televisioni un po’ di siti internet – soprattutto la gente, però, che riesce a fingersi intelligente diosacome salvo poi far cadere tutte le foglie di fico della decenza ed ecco

lo sguardo come sempre all’elastico delle mutande e non negli occhi

il kleenex usato, metaforico e non, gettato dal finestrino del commento e della macchina

il faro egocentrico della cultura acceso per far luce su se stessi, quasi si fosse gli unici esseri in grado di leggere (cosa, poi? Tex?)

novità cucinate con gli avanzi in frigo – e l’odore stantìo ti arriva chiaro e stomachevole

mi ritrovo, le mani al petto, ad ascoltare Dowland e a sognare davvero il giardino e questa volta, per un poco, lo vorrei recluso e remoto perché ora non voglio che mi si veda piangere

LA TELA

Le donne tessono.

Le donne siedono, muovendosi appena, nelle stanze precluse, e il telaio le incatena invisibilmente. Tesse Penelope come Calypso; tessono le donne nelle miniature dei codici; più avanti nei secoli ricamano e cuciono e più prosaicamente fanno la calza. Hanno la testa china, le mani indaffarate, la mente inesistente agli occhi del mondo. Loro diritto è tessere vele per le navi su cui gli uomini s’imbarcheranno, cucire tuniche sontuose che gli uomini esibiranno, ricamare a piccolo punto perché il poeta di turno possa struggersi sul candore delle loro mani.

La tela è la loro esistenza, di madre in figlia, di secolo in secolo; al filo tessuto altro se ne sostituisce, infinitamente, avvolgendo il senso del tempo. Chi non tesse ma guerreggia finisce al rogo come Jeanne d’Arc, chi non tesse ma costruisce castelli è un mostro come Melusina; colei che non tesse è sospetta.

Quando, in che momento dell’anima l’isolamento forzato si muta in scelta ambita, in unica possibilità, in volontà feroce? Quando diventa importante la stanza tutta per sé, la veglia solerte da dietro i vetri, il controllo dello spazio che ci circonda, esiguo quanto la panca del telaio, ma tutto e solo nostro?

Io non sono questo, questo essere  così dappoco che vi piace pensare. E con la tela vi ingannerò come Penelope – e senza tela vi combatterò come Bradamante. Astuzia o ferro, ogni arma è buona, e le userò tutte e se questo vi toglierà un poco di pace, ebbene pazienza.

EVASIONE (FISCALE)

L’onestà è questione di opportunità. Anche la disonestà, s’intende.

MELUSINA

Questa Melusina si affranca da alcuni aspetti del suo mito, unicamente perché io ho deciso così. Credo fermamente che la bellezza di queste storie sia immutabile proprio perché esse possono cambiare e appartenere al narratore del momento, avvinte alla sua immaginazione e alla sua inclinazione.


A volte, nel corso di questi lunghi anni, mi assaliva il timore di questo momento. Mi svegliavo di notte, osservavo il tuo profilo tranquillo nel sonno e pensavo: “Un giorno tutto questo finirà”. Riuscivo a pensare a questo dolore, ora così terribile e così vero, solo nel buio.

Da me hai avuto ricchezze e figli prodi e famosi, castelli inespugnabili, granai pieni, sudditi felici. Hai avuto amore e dedizione, il sostegno della mia mente, le mie carezze e il potere; avevi me, Melusina, tua in ogni cosa.

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ATTI E PAROLE

Sto leggendo, in Poesia e Magia di Anita Seppilli, alcune righe dedicate all’atto di dare il nome.

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n.4

E giunge il pensoso settembre

scuote come stracci impolverati

le foglie dell’ultimo sole

è come se piovesse.

N.3

Certe volte le emozioni mandano un suono esilarante e clamoroso dentro il petto. Non mi dispiace che questo avvenga nel mio piccolo silenzio; mi sembra, un poco, di avere una banda al completo, in giacca rossa e galloni, che suona tutta contenta per me sola.

Resto a osservare la tenda che svolazza fuori dalla finestra e che è un piccolo regalo di fine estate.

Ora che ci penso, credo di essere in debito con l’estate, presto le farò un piccolo regalo.

I NOVE CANTI – LA PRINCIPESSA DEL FIUME XIANG

Ecco una terza traduzione, sempre dai Jiu Ge. Questa poesia mi ha dato davvero filo da torcere e alcuni punti mi lasciano ancora perplessa: quindi, come già per le altre, mi riservo il diritto di rivedere e ritoccare.
Come sempre le interpretazioni discordano, ma a me piace pensare che sia in questo caso una donna, ad essere attesa e desiderata; del resto mi sembra più ragionevole che sia un uomo ad allestire una splendida dimora per l’amata, piuttosto che il contrario. Fatico a immaginare una donna intenta a rizzare colonne e disporre architravi – in quell’epoca almeno.

La principessa scende – hsi… sulla riva settentrionale; i suoi occhi mi cercano – hsi…ansiosi e inquieti.

Stormisce piano – hsi… – il vento d’autunno, cadono foglie dagli alberi – hsi… sulle onde del lago Donting.

Osservo impaziente – hsi… fra le erbe fiorite di bianco: al calar del sole – hsi… la mia signora verrà. Continue Reading »

gli alberi

Gli alberi avvampano di fiori rossi come fiammelle color corallo; hanno foglie piumose come quelle della mimosa e si chinano con eleganza su tronchi chiari. Sono di una bellezza sfolgorante, di quella bellezza cui sembra impossibile far l’abitudine. A me salta il cuore in bocca ogni volta che ne vedo uno.

Il mondo qui potrebbe davvero addormentarsi in una calda luce di giacinto e d’oro:

 Là, tout n’est qu’ordre et beauté, 

Luxe, calme et volupté. 

…non fosse che la bachata nazionale imperversa da ogni dannato altoparlante, e ce sono moltissimi.

Devo cercare ancora, un poco più in là…

catalogo di té 2

Chun Mee, o meglio Zhen Mei, dalle foglie eleganti, arcate siccome un sopracciglio di bimbo è infatti il sopracciglio prezioso dall’infuso verdegiallo e sa di polvere sottile, estiva.

Sencha Ariake in tutta franchezza è gustoso come un foglio di quaderno mai usato.

Guzhang Maojian, dalle foglie di velluto grigioverde, è un buon compagno di lettura.

A Li Shan verde e oscuro è l’eremita del monte che ti offre piccoli gigli e fiori d’acacia.